Chiesa del Castellare
Oratorio di Santa Croce in Castellare

Oratorio di Santa Croce in Castellare
Storia
L’oratorio di Santa Croce in Castellare, popolarmente detto Chiesa del Castellare o “chiesino”, sorge sulla sommità del colle che domina il paese di San Giovanni alla Vena, nel comune di Vicopisano (PI). Deve il toponimo “Castellare” ai resti di un’antica rocca altomedievale presente sul colle, distrutta nel XIV secolo. Secondo la tradizione, sulla cima esisteva già una chiesetta edificata dai reduci della Prima Crociata, dove annualmente si commemorava il loro vittorioso ritorno da Gerusalemme.
La costruzione dell’oratorio attuale iniziò nel 1656 ad opera del pievano Giuliano Bonanni, finanziata dalle elemosine degli abitanti di San Giovanni alla Vena. L’edificio venne inaugurato il 14 settembre 1657, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, cui il sacro luogo è dedicato. Nel corso del Settecento la chiesa subì ampliamenti: nel 1718 il pievano Giovan Battista Frullani avviò l’ingrandimento dell’aula per accogliere più fedeli. Grazie a un lascito di 25 scudi del benefattore Valerio Batini e ad altre offerte, l’oratorio venne riedificato e benedetto nel maggio 1723. In tale occasione furono arricchite le reliquie e gli arredi: Valerio Batini donò una reliquia della Santa Croce, e il pievano trasferì al Castellare un pregevole Crocifisso ligneo duecentesco (attribuito al maestro pisano Enrico di Tedice) che fino ad allora si trovava in una cappella della pieve di San Giovanni Evangelista. Ulteriori lavori di ampliamento interessarono l’edificio attorno al 1818, testimoniando la continua cura della comunità verso il suo oratorio.
Eventi drammatici segnarono la storia successiva. Nella notte tra il 20 e 21 giugno 1931 ignoti tentarono di rubare l’antico crocifisso del Castellare; l’opera fu allora affidata alla Soprintendenza per un restauro, ma di lì a poco se ne persero le tracce. (Fortunosamente, dopo molti anni il crocifisso venne ritrovato e oggi è conservato sopra l’altare maggiore della pieve di San Giovanni). Durante la Seconda Guerra Mondiale, la posizione elevata del Castellare ne fece un punto strategico: il 14 luglio 1944 un bombardamento dell’artiglieria americana centrò un deposito di esplosivi che le truppe tedesche avevano collocato presso l’oratorio, causando una violenta detonazione. La piccola chiesa rimase devastata: il tetto distrutto, le mura squarciate in più punti e l’altare ridotto in macerie. Terminata la guerra, l’oratorio fu ricostruito nel 1949 con il fattivo aiuto degli abitanti, che trasportarono a spalla sulla collina mattoni, sabbia, acqua e calce. Per la riapertura al culto nel 1949 il pievano ridotò la chiesa di quanto possibile: fece portare sul Castellare un altare in pietra con alzata lignea e un dipinto dell’Ultima Cena (provenienti da una compagnia religiosa locale). La chiesetta ricostruita divenne presto di nuovo il simbolo identitario di San Giovanni alla Vena, riconoscibile anche a distanza per la grande croce bianca posta all’esterno e illuminata di notte.
Architettura e patrimonio artistico
L’oratorio di Santa Croce in Castellare è una piccola chiesa ad aula unica, in stile tardo rinascimentale semplice, poi rimaneggiata in epoca barocca locale. La facciata a capanna, intonacata e tinteggiata di chiaro, è spartita orizzontalmente da una fila di cinque oculi circolari; al centro si apre un portale rettangolare architravato in pietra, affiancato da due piccole finestre quadrate simmetriche. Superiormente, la facciata è coronata da un timpano triangolare sormontato da un minuscolo campanile a vela con croce in ferro sulla sommità. Sulla destra del portale è infissa esternamente una grande croce lignea scura, che rende l’edificio ben riconoscibile anche a distanza. Sul retro dell’oratorio una terrazza panoramica e alcuni tavoli con panche invitano alla sosta, offrendo una vista suggestiva sulla piana sottostante.
All’interno, l’ambiente è di dimensioni ridotte e raccolte. Storicamente vi era collocato sull’altare maggiore il Crocifisso duecentesco attribuito a Enrico di Tedice, preziosa scultura lignea dipinta di scuola pisana. Dopo le vicissitudini belliche e il furto del 1931, l’originale di tale croce oggi si trova al sicuro nella chiesa parrocchiale di San Giovanni alla Vena, mentre nel chiesino era presente una copia realizzata dall’artista vicarese Stefano Ghezzani. Tra le reliquie conservate, di particolare rilievo è un frammento della Santa Croce di Cristo, donato nel Settecento da Valerio Batini in onore dell’intitolazione dell’oratorio. Completavano l’arredo sacro un altare in pietra e un dipinto su tavola raffigurante l’Ultima Cena, inserito come pala d’altare durante il restauro postbellico del 1949. L’insieme architettonico e artistico, pur nei modesti caratteri di una chiesa collinare di paese, riflette la profonda devozione locale per la Santa Croce e per le anime del Purgatorio, a cui il santuario è dedicato.
Eventi significativi nella storia recente
Il 2 maggio 2017 la storia secolare del Castellare è stata bruscamente interrotta da un evento drammatico: un’esplosione ha devastato l’oratorio. In quella sera, un gruppo di volontari del Comitato Castellare si trovava in un locale adiacente alla sagrestia per preparare la festa imminente; stavano cucinando utilizzando bombole di GPL quando, avvertito l’odore di gas, uno dei giovani diede l’allarme e tutti riuscirono a mettersi in salvo. Pochi istanti dopo, una fuga di gas dalle bombole ha innescato un’esplosione che ha quasi completamente distrutto la chiesa. Il boato è stato udito a centinaia di metri, le fiamme si sono levate dalla collina visibili dal paese e la deflagrazione ha fatto crollare l’edificio lasciando in piedi solo la parete nord. Miracolosamente non vi sono state vittime: si registrò un solo ferito leggero, mentre sul posto accorrevano Vigili del Fuoco, carabinieri, ambulanze, amministratori locali e molti residenti attoniti.
I giorni successivi all’incidente videro la comunità stretta intorno alle macerie del suo amato chiesino. I Vigili del Fuoco, in accordo con la Soprintendenza, effettuarono sopralluoghi per mettere in sicurezza l’area e recuperare le opere d’arte superstiti tra i resti. Tra i pochi beni salvati spiccava la copia del crocifisso di Enrico di Tedice, recuperata intatta dall’unica parete rimasta in piedi dopo lo scoppio. La tragedia sfiorata (considerato che la chiesa era normalmente meta di frequentazione, poteva causare vittime) scosse profondamente gli abitanti. La chiesetta del Castellare era infatti molto più di un semplice edificio: veniva percepita come il “simbolo del paese”, un luogo caro a generazioni di sangiovannesi. La vista della chiesa sventrata sulla collina fu vissuta come una ferita collettiva per l’intera comunità.
La ricostruzione dopo l’esplosione del 2017
Sin dal giorno successivo al disastro, emerse chiara la volontà di ricostruire l’oratorio al più presto. Già il 3 maggio 2017 il sindaco di Vicopisano, Juri Taglioli, annunciò l’istituzione di un coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti (Parrocchia, Comune, Soprintendenza, Comitato Castellare, tecnici, volontari) per dare avvio alla ricostruzione del “chiesino”. Nei mesi seguenti si moltiplicarono le iniziative in favore del Castellare: l’intera popolazione locale organizzò incessantemente cene di solidarietà, raccolte fondi e donazioni allo scopo di reperire le risorse necessarie. Si può ben dire che non è passato un giorno senza uno sforzo concreto per sanare “quella ferita in cima al monte”. Alla fine, grazie alla generosità popolare furono raccolti circa 65.000 euro entro l’aprile 2018, impiegati inizialmente per sgombrare le macerie e ripristinare la strada di accesso al cantiere. Decisivo è stato anche il contributo dell’assicurazione: la compagnia ha rapidamente liquidato un indennizzo di 150.000 euro, somma che ha consentito di procedere celermente con i lavori di ricostruzione.
La prima pietra del nuovo oratorio è stata posata il 5 maggio 2018, con una cerimonia molto partecipata dalla cittadinanza. (L’evento era inizialmente previsto per il 1º maggio ma venne rimandato di pochi giorni a causa del maltempo). Alla posa erano presenti, oltre a numerosi fedeli, i volontari del Comitato Castellare, il parroco di San Giovanni alla Vena don Giampaolo Manzin, il sindaco Juri Taglioli con il vicesindaco Matteo Ferrucci e la giunta comunale al completo. Sulla pietra angolare inaugurale fu incisa una frase a memoria del tragico evento («Il popolo di San Giovanni alla Vena pose questa prima pietra per la ricostruzione dell’oratorio andato distrutto il 2.5.2017»), quasi a suggellare il patto collettivo di rinascita. Durante la cerimonia, la commozione era palpabile: il Monte Castellare si riempì di persone ed entusiasmo, a simboleggiare la volontà comune di rivedere presto svettare il “chiesino” sulla collina. Non era presente solo la comunità locale, ma giunsero attestati di vicinanza anche da fuori: ad esempio il Comune di Loro Piceno (colpito dal terremoto del 2016 nelle Marche), che Vicopisano aveva aiutato, inviò un messaggio solidale e una bottiglia di vino da messa in onore del Chiesino, testimoniando un toccante gemellaggio di resilienza tra comunità ferite.
Grazie all’impegno di tutti, la ricostruzione procedette speditamente. Nel giugno-luglio 2018 le operazioni di cantiere entrarono nel vivo: le fondamenta della nuova struttura furono gettate con l’ausilio di un elicottero e, nel giro di poche settimane, le mura perimetrali tornarono a delinearsi in cima al colle. Entro l’estate vennero completate anche la copertura del tetto e le rifiniture esterne, così che la sagoma bianca dell’oratorio ricominciò a svettare ben riconoscibile sul Castellare, segno tangibile di una rinascita ormai vicina. Come assicurato dal parroco don Manzin e dal sindaco Taglioli, il cantiere rispettò la tabella di marcia: la ricostruzione si è conclusa nell’aprile 2019. L’oratorio di Santa Croce in Castellare è stato completamente ricostruito com’era in origine, riproducendo fedelmente l’aspetto e la struttura precedentet. La cerimonia di inaugurazione si è tenuta il 7 aprile 2019 e, poche settimane dopo, l’amato “chiesino” ha potuto nuovamente accogliere la tradizionale festa annuale di Santa Croce, restituendo alla comunità il proprio luogo del cuore.
Significato culturale e religioso
Per la gente di San Giovanni alla Vena, l’oratorio del Castellare non è solo un edificio religioso, ma un elemento centrale della propria identità collettiva. Da secoli rappresenta un luogo di devozione e un simbolo visibile della fede locale: di notte la sua grande croce bianca, illuminata, domina il paesaggio e funge da faro spirituale per tutta la valle. Viene spesso definito “il simbolo del paese” proprio per questa presenza costante nello skyline e nella memoria della comunità.
Oltre al valore spirituale, il chiesino ha sempre avuto un forte ruolo sociale. Prima dell’esplosione del 2017 era un amato luogo di ritrovo, conforto, gioia e sollievo per moltissime persone. In particolare durante la Festa del Castellare, che tradizionalmente si svolge ogni anno ai primi di maggio, l’oratorio diventava meta di pellegrinaggio: i fedeli salivano alla chiesetta per le Sante Messe, le processioni con fiaccolata e i momenti conviviali sul sagrato. Questa festa patronale della Santa Croce – le cui origini si perdono nelle antiche celebrazioni dei reduci dalla Terra Santa – costituisce tuttora un punto fermo nel calendario religioso e culturale locale. L’attaccamento al Castellare si è manifestato con particolare intensità dopo il 2017: l’ondata di solidarietà seguita alla distruzione del chiesino ha dimostrato quanto profondamente radicato fosse il suo significato per i sangiovannesi. Ogni famiglia, associazione o gruppo del paese ha contribuito in qualche modo alla ricostruzione, segno di un bene collettivo sentito quasi come proprio. In questo senso l’oratorio funge da elemento identitario condiviso, unendo fede, tradizione e senso di comunità.
Stato attuale

Oggi l’oratorio di Santa Croce in Castellare si presenta nuovamente integro e agibile, dopo il totale rifacimento seguito all’incidente del 2017. Esternamente, come mostrato in foto, il piccolo edificio ha riacquistato il suo aspetto tradizionale: la semplice facciata intonacata di bianco, il portone fiancheggiato dalle finestrelle quadrate, gli oculi circolari, il campaniletto a vela e la croce esterna sono tornati al loro posto. La struttura portante è stata ovviamente adeguata alle normative moderne (con opportuni miglioramenti sismici e impiantistici), ma questi interventi sono celati con cura per conservare l’autenticità storica. Anche all’interno, l’oratorio è di nuovo arredata per il culto: l’altare è stato ripristinato e dotato di nuovi arredi sacri, mentre copie e restauri hanno sostituito le opere d’arte perdute. L’antica reliquia della Santa Croce è stata ricollocata e custodita, e una nuova riproduzione del crocifisso storico di Enrico di Tedice è stata posizionata in modo da richiamare la devozione originaria del luogo.
Dal punto di vista funzionale, la chiesetta del Castellare è aperta principalmente in occasione di eventi religiosi speciali. Ogni anno, nel primo fine settimana di maggio, vi si celebra nuovamente la Festa della Santa Croce con messe solenni e processione sul monte, riprendendo una tradizione secolare interrotta solo temporaneamente dall’esplosione. In altre ricorrenze (ad esempio il 14 settembre, festa liturgica dell’Esaltazione della Croce, o commemorazioni particolari della comunità) l’oratorio può ospitare funzioni religiose, rosari e momenti di preghiera all’aperto. Inoltre, grazie alla sua posizione panoramica, il sito è frequentato da escursionisti e fedeli che vi salgono per devozione o per godere del paesaggio: sul retro, dove sono stati reinstallati tavoli e panche, capita spesso di vedere famiglie e gruppi fermarsi per una sosta meditativa.
In termini di conservazione, l’oratorio versa in ottime condizioni, essendo stato ricostruito recentemente con materiali nuovi e tecniche rispettose. La manutenzione ordinaria è assicurata dal Comitato Castellare e dalla Parrocchia locale, che si occupano di tenere pulita la chiesa e illuminata la grande croce bianca sulla facciata. Quest’ultima, tornata a splendere ogni sera sulla sommità del monte, testimonia visivamente la rinascita del santuario: è il segno che il “cuore” del Castellare è tornato a battere, restituendo alla comunità di San Giovanni alla Vena un luogo di fede e cultura insostituibile.
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Sull’esterno della porta di ingresso principale, una bella frase accoglie il pellegrino ansimante per la ripida salita: DUM LAPIDEM CALCAS, COR LAPIS ILLE TRAHAT |
Fonte: sito della Parrocchia di San Giovanni alla Vena
Fonti:
- Sito della Parrocchia di San Giovanni alla Vena
- Stefano Cannito Facebook
- Ricerche Web
- Comune di Vicopisano - Il Castellare (Oratorio di Santa Croce)
comune.vicopisano.pi.itcomune.vicopisano.pi.it -
Wikipedia (voce “Chiesa del Castellare”) wikipedia.org
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Il Tirreno – “Torna a svettare sul Castellare lo storico oratorio” (28 lug 2018)
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Il Giornale dell’Arte – Tina Lepri, “Fuga di gas, crolla la chiesina seicentesca…” (4 mag 2017)
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PisaToday – “Chiesino del Castellare: posata la prima pietra per la ricostruzione” (5 mag 2018)
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QuiNews Pisa – “Esplode la Chiesa, fatale una fuga di gas” (2 mag 2017)
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Gonews – “Dal 2019 San Giovanni alla Vena riavrà il Chiesino” (5 mag 2018)
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Terre di Pisa – Oratorio del Castellare