Rocca di Vicopisano
La Rocca di Vicopisano, detta anche del Brunelleschi, si trova nell'omonimo comune, nella proprietà di Villa Fehr.
Storia
La prima citazione ufficiale di una fortificazione (castellum/castrum Auseris Sala, poi Auserissola) del borgo di Vicopisano è datata al 975, ma data la sua posizione strategica, a breve distanza da un emissario del Serchio (l'Auser) e dell'Arno, è probabile che l'incastellamento possa risalire almeno al secolo precedente e che sia da far risalire all'iniziativa di una famiglia comitale, gli Obertenghi, che cominciarono a disfarsi dei loro possedimenti in zona alla fine del X sec, cedendo beni e diritti a vari enti ecclesiastici.
Nel 1138 Vicopisano era definitivamente sotto la giurisdizione del vescovo di Pisa e in più occasioni fu bersaglio di tentativi di autonomia da parte dei vicaresi, che dovettero però soccombere al potere ecclesiastico e poi militare di Pisa. Inizialmente limitato alla sommità del colle, il castello dovette poi espandersi per inglobare i due borghi sorti ai suoi piedi (Maggiore e Maccioni nella carte tardo medievali) divenendo così sul finire del Duecento un insediamento di una certa importanza per Pisa, che a partire dalla fine del XII secolo si sostituì al Vescovo pisano nel controllo del castello, che si trovava così legato a doppio filo alle sorti della Repubblica, entrando nelle contese fra guelfi e ghibellini ma anche nelle dispute territoriali fra Pisa, Lucca e successivamente Firenze.
La primitiva rocca è citata nel 1330 ma era posta, a differenza dell'attuale, nella svantaggiosa posizione ai piedi del colle, dove attualmente sorge il Municipio, che ingloba una buona parte delle fortificazioni medievali. Nel 1406 Vicopisano venne assediata dai Fiorentini per otto mesi, finché, il 14 luglio, il castello cadde per fame. Pare che durante l'assedio i fiorentini usarono anche una galera che risalendo l'Arno partecipò al blocco fluviale dei possibili soccorsi: il fiume infatti all'epoca scorreva sotto le mura orientali della fortificazione. La caduta di Vicopisano fu il preludio alla conquista di Pisa, nell'ottobre dello stesso anno.
Conquistato questo importante nodo strategico, che permetteva il controllo di tutto il Valdarno Inferiore fino a San Miniato al Tedesco, Firenze incaricò il più celebre architetto cittadino dell'epoca, Filippo Brunelleschi, di riprogettare le fortificazioni. I lavori, iniziati nel 1435, si conclusero nel 1440.
Nel 1495 Pisa e il suo contado si ribellarono ai Fiorentini, scacciando i militari di presidio e resistendo ai tentativi di riconquista fino al 1498: in quella data Vicopisano venne ripresa e, seppure tra vicende alterne, rimase sotto il controllo di Firenze fino all'Unità d'Italia. Persa ormai l'importanza bellica, la rocca venne abbandonata e poi ceduta a privati. Passata alla famiglia Fehr Walser, entrò a far parte del complesso di villa Fehr e venne restaurata dal 1995. Oggi è visitabile a pagamento tramite visite guidate.
Descrizione
La rocca è composta da un mastio con i lati lunghi circa 15 metri e una torre angolare nel punto più alto dell'abitato, alta 31 metri; una muraglia collega il mastio con una delle torri delle mura, la Torre dei Selvatici. Tramite un muraglione lungo settanta metri si poteva raggiungere la Torre del Soccorso, alla base del colle di Vicopisano, la quale era in comunicazione con l'Arno in modo da poter ricevere aiuti durante gli assedi. La cerchia vera e propria ai piedi della collina è fortificata da torri a base circolare e quadrata, ma ne resta solo il tratto settentrionale. Anticamente nella muraglia di collegamento si apriva un ponte levatoio. Il mastio, dove abitavano il comandante e le sentinelle, ha al cuo interno ambienti originali del Quattrocento su sei livelli.
L'insieme, che sfrutta al meglio la conformazione del terreno, compone un compatto sistema difensivo, tra gli esempi più interessanti dell'architettura militare fiorentina della prima metà del XV secolo. È sempre possible per chi difende la rocca, ad esempio, ritirarsi in una posizione vantaggiosa per colpire gli assalitori. Cisterne e magazzini garantivano i mezzi per assedi prolungati.
Vasari e Stradano, Presa di Vicopisano (dettaglio, 1563-1565).
Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecchio, Firenze
Rocca e Mura di Vicopisano
Da sempre postazione privilegiata, sia militarmente che commercialmente, per la vicinanza a due fiumi di primaria importanza usati come vie di comunicazione quali il Serchio e l'Arno, Vicopisano, in origine Vico Auserissola, è sempre stato al centro di dispute fra le potenze della zona.
Da sempre postazione privilegiata, sia militarmente che commercialmente, per la vicinanza a due fiumi di primaria importanza usati come vie di comunicazione quali il Serchio e l'Arno, Vicopisano, in origine Vico Auserissola, è sempre stato al centro di dispute fra le potenze della zona. Oggi il corso dei due fiumi è radicalmente cambiato e non scorrono più nei pressi della cittadina. Il primo documento che contiene riferimenti all'esistenza del borgo di Vicopisano è datato 934, il che ci fa supporre che la costituzione risalga a qualche secolo prima.
Il castello, poi rocca, ebbe origine quasi certamente nei primi decenni successivi all'anno mille per sfruttare al meglio la posizione di dominio assoluto sulla valle dell'Arno, da S.Miniato al mare, che il luogo permetteva. Vicopisano sorgeva al confine fra i territori di Pisa e Lucca ed è sempre stata postazione di frontiera, per questo sempre più fortificata nel corso dei secoli. Nel 1138 il borgo cadde sotto la giurisdizione temporale del vescovo di Pisa e divenne una pedina fondamentale nell'organizzazione militare della Repubblica Pisana. I lucchesi tentarono in più occasioni di conquistare l'importante roccaforte, in particolare sembrava che ci fossero riusciti nel 1323 quando però, messo in fuga l'esercito nemico, furono costretti a ritirarsi per la rabbiosa reazione della popolazione a difesa delle proprie case.
L'attuale rocca risale al 1330 e dimostrò tutta la sua potenza sia nelle guerre fra pisani e lucchesi, sia quando fu Firenze a rivolgere attenzioni verso questo ricco territorio. Nel 1406 i fiorentini assediarono Vicopisano per otto mesi, la città cadde per fame il 14 luglio dello stesso anno. Si narra che durante l'assedio gli attaccanti usarono anche una galera che incrociava le acque dell'Arno bombardando le fortificazioni (nel XV° secolo il fiume era navigabile e passava sotto le mura della città). La caduta di Vicopisano non fu che il preludio alla capitolazione di Pisa.
Firenze non si lasciò scappare l'occasione e una volta messe le mani su questo importante nodo strategico incaricò il grande architetto Filippo Brunelleschi di potenziare le sue fortificazioni. La Rocca di Vicopisano fu completamente riprogettata e i lavori di ricostruzione terminarono nel 1440.
Il fortilizio è costituito da un mastio di quindici metri per lato eretto nel punto più alto dell'abitato, dotato all'angolo occidentale di una torre quadrata alta 31 metri, di una muraglia di collegamento dello stesso ad una delle torri della cinta muraria, Torre dei Selvatici, e della cerchia vera e propria, con torri sia quadrate che semicircolari, posta ai piedi della collina e oggi superstite nel tratto settentrionale. Fra la muraglia e la torre dei Selvatici il collegamento avveniva tramite un ponte levatoio, oggi scomparso. L'insieme, costruito sfruttando al meglio l'orografia del terreno e le fortificazioni preesistenti, costituisce un compatto sistema militare interamente percorribile in quota. Tutti gli elementi sono dotati di apparato a sporgere. Vicopisano è considerato il prodotto più avanzato dell'architettura militare fiorentina della prima metà del quattrocento anche se possiede un'elemento contraddittorio: la 'Torre delle quattro porte' (Torre Lucchese) che anziché le due porte di una normale torre passante ne possiede appunto quattro, una per lato, con grosso svantaggio sia d'ordine statico che difensivo.
Il destino volle che tutte queste splendide fortificazioni dimostrassero la loro forza proprio contro coloro che ne curarono la costruzione: nel 1495 Pisa e il suo contado si ribellarono ai dominatori fiorentini e gli abitanti di Vicopisano scacciarono questi ultimi dalla città resistendo ai successivi tentativi di riconquista. Ma tre anni dopo la roccaforte tornò in mani fiorentine e vi rimase, seppure fra alterne vicende, sia sotto i Medici che i Lorena.
Nei secoli successivi, persa l'importanza bellica, la rocca di Vicopisano fu prima abbandonata e poi proprietà di privati. Oggi è proprietà della famiglia Fehr Walser che dal 1995 ha intrapreso un'importante opera di restauro che ha già dato importanti risultati.